Aus dem Französischen von Holger Fock und Sabine Müller, Hanser Verlag 2022, 448 S., € 27,-
Der junge senegalesische Autor Diégane lebt in Paris, arbeitet an seinem ersten Roman und diskutiert nächtelang leidenschaftlich mit seinen Freunden über Literatur. Als er den Roman von T.C. Elimane, einem gleichfalls senegalesischen Autor aus den dreißiger Jahren, zu lesen bekommt, ist er davon so gebannt, dass er beginnt, Nachforschungen anzustellen. Ein Mythos rankt sich um das Buch, von dem nur noch ein Exemplar existiert. Jeder, der es gelesen hat, ist davon zutiefst berührt. Wer war „der schwarze Rimbaud“, der, nachdem sein Roman zunächst gefeiert und dann von Plagiatsvorwürfen überzogen wurde, spurlos verschwand? Anhand dieser Suche spinnt Sarr ein vielfältiges Geflecht aus facettenreichen mal berührenden, mal verstörenden, bisweilen erotischen oder auch mystischen Stimmen, das nicht nur der Person Elimanes immer näher kommt, sondern virtuos von der Macht des Wortes, dem Bild schwarzer Autoren im europäischen Kontext und der senegalesische Gesellschaft erzählt. Ein fesselndes, elegantes Werk voller Anspielungen und Ironie, das völlig zu Recht den Prix Goncourt 2021 verliehen bekommen hat. (Syme Sigmund) Leseprobe
La ricerca continua e oltrepassa i confini nazionali! Dopo Libere e sovrane. Le donne che hanno fatto la Costituzione Settenove ha pubblicato da pochi giorni una nuova, appassionante indagine. Con testi di Pina Caporaso e Giulia Mirandola e illustrazioni di Michela Nanut, questo coloratissimo libro vi conquisterà con le storie delle sue incredibili protagoniste. Militanti, artiste, insegnanti, sindacaliste, le donne raccontate in questo albo sono figure fondamentali, che hanno sognato una società più giusta e solidale e contribuito con il loro impegno e le loro opere a compiere importanti passi in avanti verso la parità di genere e la conquista di diritti fondamentali in vari angoli dell’Europa. Ricordare le imprese di queste signore coraggiose, approfondirle, ma anche scoprirle per la prima volta, aiuta piccoli e grandi a ricordare l’importanza delle idee, in un percorso europeo ancora in divenire. (Giulia Silvestri)
Cosa hanno in comune Marina di Castagneto Carducci, paesino marittimo nel sud della Toscana e Macondo, città immaginaria creata da Gabriel García Màrquez e ambientazione del suo capolavoro Cent’anni di solitudine? In apparenza niente. Eppure, osservando alcuni dettagli, evocando ambientazioni e personaggi, Carlotta Vagnoli intravede il parallelismo che costituisce il fulcro di questo delizioso libretto. Memoir, studio di genere dell’opera di Màrquez, riflessione personale sui cambiamenti sociali, l’identità femminile e i costumi degli italiani, Memorie delle mie puttane allegre è un piccolo distillato di temi attuali e rilevanti, osservati con gentilezza e narrati con passione. È anche un tributo a un grande romanzo del Novecento, lungamente incompreso e sottovalutato, in cui alle figure femminili sono assegnati ruoli secondari solo in apparenza. Attraverso il testo di Vagnoli ci accorgiamo di come le “puttane tristi” siano in realtà allegramente sovversive. (Giulia Silvestri)
Pisa, anni Novanta. Ci sono i centri sociali, le feste universitarie, il laboratorio di teatro. Ci sono un gruppo di amici, gli studenti Erasmus, i djambè in piazza, nuovi amori, le sere a prender fresco in riva all’Arno, le puntate al bar. Tutto scorre tranquillo, finché un giorno appare una ragazza dall’aspetto strano, eterea, forse un po’ confusa, sicuramente interessante. C’è chi se ne innamora, chi rimane turbato dall’incontro, chi non la sopporta e non si fida di lei. Del resto, nessuno riesce a capire da dove venga, non si è sicuri nemmeno del suo nome. Dice di chiamarsi Ortensia. Dal momento del suo arrivo iniziano a capitare cose strane… Che sia colpa di Ortensia e del segreto che porta con sé? A metà strada fra la commedia e la fantascienza, questo romanzo genuino, postmoderno e (purtroppo) incompiuto fa sentire la mancanza di un autore scomparso troppo presto, tenero, divertente e astuto come pochi altri scrittori della sua generazione. Bonus: Un formidabile glossario di vernacolo pisano in appendice. (Giulia Silvestri)
Ci sono libri che riportano alla memoria ricordi lontani, trame d’infanzia, modi diversi di sentire e scoprire la realtà che ci circonda, che non appartengono alla quotidianità del nostro presente, ma sono stati nostri e sono quindi possibili da rievocare. Certe volte basta una frase, un verso formato da alcune parole piuttosto che da altre, a farci riscoprire uno sguardo bambino. A me succede leggendo le fiabe raccolte in questa nuova edizione de I sogni del fiume, introvabile da tempo e riedito alcuni mesi fa da Einaudi. Questa raccolta, abbellita da illustrazioni evocative, è un piccolo miracolo. Per dirlo con le parole dell’autrice: “Sono fiabe che vogliono dire una cosa sola: c’è posto per chiunque sulla terra, e anche sotto il mare e anche in cielo e anche sottoterra. Nessuno, nessunisssimo escluso. E ognuno è assolutamente speciale, ognuno è unico, se non altro per sé stesso.” (Giulia Silvestri)
Licia Pinelli è ancora molto giovane quando perde il marito Giuseppe. La sua morte arriva all’improvviso e in circostanze poco chiare: Giuseppe Pinelli muore infatti in seguito al suo arresto, nel dicembre del 1969, precipitando da una finestra della questura di Milano, dove da pochi giorni è detenuto in attesa di un giudizio. Pinelli è ritenuto responsabile della strage di Piazza Fontana e si parla di suicidio, Giuseppe infatti è un militante anarchico e sugli anarchici cadono i primi sospetti. Licia affronta il lutto, la solitudine, alleva da sola due bambine, ma soprattutto lotta per ottenere dignità e giustizia e lo fa per quarant’anni, con forza e lucidità. Questa emozionante Graphic Novel narra la triste vicenda della famiglia Pinelli dal punto di vista della signora Licia, che si fa portavoce delle vicende di tante persone divenute vittime di un sistema politico ingiusto e discriminatorio e comunque capaci di continuare a lottare con coraggio e determinazione. (Giulia Silvestri)
Oh! Ma anche: oh-oh! Questo coloratissimo libro cartonato contiene tanti animali e tante esclamazioni. Con le loro mosse e le loro facce buffe, coppie di animaletti giocano con i suoni che accompagnano le loro scenette. Che rumore fa una papera quando cerca di beccare la sua amica? Naturalmente: gnam! E che rumore fa un maialino quando vede passare una mosca? Toh! Questa galleria di animali, illustrata da Massimo Caccia e raccontata da Giovanna Zoboli, parla dei legami con gli altri, di vicinanza, e lontananza, di conflitto e di empatia. E lo fa con tutta la leggerezza necessaria per imparare fin da piccoli a sentire e percepire chi ci sta intorno, fra somiglianze e differenze, giocando con l’immaginazione. (Giulia Silvestri)
Anfang der 70er Jahre erschienen, passte diese fünf Bände umfassende fiktive Biografie nicht in die von der Avantgarde geprägte literarische Landschaft Italiens. Daher geriet das Werk nach anfänglichen Erfolgen – unter anderem wurde es von der Académie de la Littérature Française als bester europäischer Roman ausgezeichnet – schnell in Vergessenheit. Dabei ist die Lebensgeschichte dieses jungen, 1903 geborenen Adligen aus Neapel große Literatur, die zum Teil an den nur zehn Jahre zuvor veröffentlichten „Il Gattopardo“ erinnert.
Was knarzt, was gluckst, wer faucht denn da? Wie klingt eine eingezutschte Nudel? Wie schmatzt ein Kuss? Die Geräusche ähneln sich und sind doch klar verschieden. Und wer kichert da? Ah, das sind die Kinder beim Schauen und Geräusche machen! Denn zu nichts anderem fordert Benjamin Gottwald auf: “Dieses Buch liest du am besten laut!” Und so hört man dieses Buch ganz ohne Text an und denkt sich verrückte Geschichten dazu aus. Das Bilderbuch wurde in diesem Jahr völlig zu Recht mit dem Hamburger Bilderbuchpreis ausgezeichnet. Es ragt nicht nur einfach aus der Fülle der Neuerscheinungen heraus, nein, es knallt heraus. Ein im buchstäblichen Sinne lautmalerisches Bilderbuch – so bunt und facettenreich, so laut und so leise wie das Leben klingt! (Jana Kühn)
Keller, U-Bahnschächte und Tiefgeschosse in Kaufhäusern oder anderen Gebäuden kennen die meisten, aber welch erstaunliche Vielfalt an Nutzungen sich im Untergrund der Erde auftut, fächert dieses faszinierende Sachbilderbuch für Kinder auf: Unterirdische Dinosaurierknochen, Deutschlands größtes Salzbergwerk, das verzweigteste Höhlenlabyrinth der USA, Höhlentempel in Sri Lanka, Erdölgewinnung, Vulkane sind zum Beispiel zu entdecken und durch Kurztexte und comicartige Zeichnungen äußerst anschaulich erklärt. Verborgene Tunnel und Schutzräume kommen ins Spiel, Klimathemen wie Grundwasser, Kanalisation, Ver- und Entsorgung. Selbst für die Zukunft bietet der Untergrund enormes Potential, wie eine unterirdische Stadt unter dem kanadischen Montreal zeigt. Ein tolles abwechslungsreiches Sachbuch, in dem nicht nur Kinder ganz viel Neues Interessantes entdecken werden! (Stefanie Hetze)